Due ruote, un serbatoio, un manubrio, tre o quattro sospensioni (per dirla in breve), un motore, due freni e una sella. Ecco l’essenza della moto. Uno dei prodotti più semplici e più affascinanti che si possano immaginare e che negli anni si è evoluto nelle maniere più disparate, ma essenzialmente la sua natura è quella. Le basi sono quattro: strada, fuoristrada, scrambler e custom. E su queste basi la fantasia, le condizioni di utilizzo e la tecnica hanno lavorato negli anni. E le aziende, nel tempo, vi hanno costruito sovrastrutture specialistiche ma alla fine di queste quattro tipologie parliamo.
Un prodotto giusto per gli uomini, direbbero le donne, e cioè pochi pensieri e lineari. E avrebbero ragione! Mentre la carrozza trainata dai cavalli si evolve in automobile e quindi più stabile più coperta più comoda, la moto è l’evoluzione del cavallo, libero, avventuroso, comodo ma scomodo e spesso da domare. Su queste basi, se vogliamo, si racchiudono anche tutti gli stili di vita che riguardano l’uomo.
La moto da strada rappresenta la serietà, la compostezza, la regolarità di pensiero anche se poi il raptus della velocità ti fa accelerare i ritmi delle pulsazioni: in fondo come chi corre in giacca e cravatta nel lavoro. La moto da fuoristrada rappresenta la sregolatezza, la smorfia dell’irriverenza, l’irregolarità dell’essere sempre sporco di chi vive la vita senza regole al contatto con gli elementi della natura. La scrambler, che è la via di mezzo di chi è costretto dalle regole ma le vuole scardinare, perché la vita ha diritti e doveri. La custom infine rappresenta chi delle regole sulla strada della vita le decide lui con le sue lunghe forcelle, o dentro o fuori dalla legge.
Quindi a ognuno la sua, quella che lo rappresenta di più e con la quale vuole essere riconosciuto perché sì, è vero, gli uomini e oggi anche le donne, in moto, sono come narciso che si guardava nell’acqua del lago. I motociclisti nelle vetrine dei negozi passando più o meno veloci.